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CARISSIMI SANTI

 

Carissimi Santi Tommaso, Giustino, Francesco, Nicola, Donato, Maria degli Angeli, Pietro (Guardiano del Paradiso), ma soprattutto voi Giovanni, Paolo e Luca, vi scrivo queste righe per farvi una precisa richiesta.

Non è una preghiera che vi rivolgo ma un discorso semplice e chiaro come un  dialogo che si svolge tra amici. Di preghiere ne ho dette tante, tutte indirizzate ad ognuno di voi fin da quando ero piccolo, da quando ho fatto la mia prima comunione, preghiere imparte a memoria che ripetevo senza capire perché lo facevo e senza capire neanche il loro vero significato.

Voi tutti sapete che io vi ho sempre voluto bene e mi sono spesso rivolto a voi per motivi molto validi che già conoscevate, con parole semplici e sincere che uscivano dal mio cuore. Vi ho sempre parlato a modo mio come si parla e si chiede consigli ad un genitore o fratello maggiore e, nel farlo, vi ho sempre rispettati ed onorati.

Tu, Giovanni, ricordi quante volte, sin dagli anni ottanta, venivo a trovarti nella tua Cattedrale a Roma, ricordi quante preghiere recitavo e le offerte lasciate nei vari offertori presenti nella tua casa? Ho sempre preso in considerazione ciò che un paio di millenni fa hai scritto.

Tu, Paolo, ricordi quante visite ho riservato alla tua Basilica fuori delle Mura Aureliane? Le lunghe riflessioni fatte ai piedi della tua possente statua posta al centro del cortile, statua che tuttora incute timore per l’espressione forte del tuo viso, per la spada che impugni e per il libro che mostri con l’altra mano; Ti ho sempre considerato il mio riferimento nella vita di tutti i giorni, mi ricordi mio nonno, ti ho sempre osannato e riposto tante preghiere.

Ed anche Tu Luca, sei entrato un po’ più tardi nella mia vita ma hai avuto lo stesso riguardo che ho riservato a Giovanni e Paolo. Ricordi, anche Tu, quante volte sono venuto a trovarti nel tuo Santuario a Bologna? Sono sempre venuto a piedi, ho scalato quella forte salita tantissime volte, come per pellegrinaggio, e l’ho fatto sempre con piacere, alla fine ho sempre acceso tre candele ed anche Tu sai perché lo facevo.

Carissimi Giovanni, Paolo e Luca, voglio ricordarvi che spesso venivo con dei colleghi a trovarvi ed ognuno di loro vi regalava qualche preghiera che andava ad aggiungersi alle mie.

Ricordate pure quando i miei figli, in tenerissima età, vi chiedevano di donare la salute a mamma e papà, una casetta per chi non ce l’ha, un po’ di soldini per i poveretti e vi dicevano che se per loro nulla fosse rimasto, sarebbe stata ugualmente una bella festa? Ebbene ora voglio dirvi una cosa che ho sempre desiderato farvi conoscere e che non riesco più a trattenere.

Io venivo, e voi lo sapete, per chiedervi un po’ di salute per mio padre, per mia madre e mio fratello, e ve l’ho chiedevo con tutta la mia disperazione di allora che rappresentava le mie prime sofferenze.

Voi avete risposto “picche” alle mie richieste, non avete riservato nessuna attenzione ad esse, non vi siete neanche degnati di darmi un segno di risposta ed avete lasciato cadere tutto nelle braccia di Morfeo, nel dimenticatoio, come si usa fare qui sulla Terra e, nonostante io abbia sperato fino all’ultimo un vostro intervento, un vostro piccolo miracolo, i miei cari sono morti tutti e in età prematura.

Per questo motivo, negli anni a seguire, i nostri rapporti si sono appesantiti un po’ e soprattutto con te Giovanni per le forti discussioni e dissensi che ci sono stati fra di noi. Però sapete benissimo che non ho mai cancellato il vostro nome dalle mie preghiere giornaliere a dalle mie considerazioni anche se, per le mie richieste e necessità, ho scavalcato la vostra gerarchia e quella del guardiano del Paradiso e mi sono rivolto al Simpatico Vecchietto dell’attico che è il nostro Signore.

Ora che però i nostri rapporti sono tornati da tanto tempo alla normalità, torno a rinnovare le mie richieste.

Io mi sono sempre considerato un uomo buono e caritatevole, non è necessario che ve lo ricordi, lo sapete benissimo, anche se qualcuno ha avuto l’impressione che io abbia un cuore di gelido marmo; mi sono sempre comportato bene con il prossimo e con l’umanità intera, perciò penso di meritare qualche riconoscimento da parte vostra.

Quando sono andato in pensione ho promesso che mi sarei impegnato, con il vostro consenso, a raggiungere i 35-40 anni di pensione. Ero fiducioso del vostro aiuto ed ho pensato che gli anni che la morte ha vigliaccamente strappato e tolto ai miei cari, potevano essere aggiunti ai miei, a quelli che stavo vivendo, per dare più sicurezza e felicità alla mia famiglia. Poiché la malattia di cui sono affetto e che mi colpisce silenziosamente, a tradimento e mi porta a lottare dal momento in cui apro gli occhi la mattina, mi fa ben poco sperare, mi rivolgo nuovamente a voi per chiedervi di aiutarmi. Ricordate che questa non è una preghiera come quelle passate, questa è una richiesta ben precisa, esplicita e chiara: “Voi dovete farmi il miracolo, lo pretendo” perché lo merito, per quello che ho fatto da sempre, per il buon cuore che ho, per la mia umiltà e per il rispetto e la fede che ho avuto per Voi”. Se anche questa volta mi negate il miracolo, significa che mi state dando una punizione per un peccato che non ho commesso o, forse, per un peccato commesso ma che non riesco a capire quale; significa che voi state regalando il mio sudore di una vita a chi non ha bisogno, e cioè all'INPS; state dalla parte dei Ladroni e perderete credibilità. Se voi ritenete che questo miracolo non siete in grado di farlo, allora Vi chiedo di intercedere con il Signore e convincerlo ad esaudire la mia richiesta. Io, da parte mia, come ho sempre dichiarato, mi impegnerò al massimo per prolungare la mia vita, mi aiuterò perché, come dite sempre voi, IL SIGNORE TI AIUTA. Io amo la vita con tutti i suoi risvolti, positivi e negativi, e poiché mi è stata donata, la voglio vivere ancora per tanto tempo.

Carissimi Santi, poiché questa richiesta vi arriva non solo da me, ma anche da tutte le direzioni da parte di tanti amici e colleghi, questo miracolo “ SA DA FARE ”; tanti lo desiderano e Voi non potete delude le loro aspettative.

 

Sicuro che la presente venga presa in celestiale considerazione, vi osanno e prego per voi.

 

Il vostro sempre fedele amico: Franco Adorna

 

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