LA VOCE DEL MIO LAMENTO

 

Chieti, 15/04/2006                                                                                                             

 

     Ieri 14 Aprile 2006 tornando a casa con la mia famiglia, dopo aver percorso via B. de Turre in Chieti, con la mia macchina mi apprestavo a percorrere via M. degli Angeli direzione Via Pianell. Imboccavo, quindi, un divieto provvisorio di accesso (causa Processione del Venerdì Santo) come facevano tanti altri che mi precedevano. Dovevo recarmi urgentemente alla mia abitazione per le necessità di mia zia che, data la sua rispettabile età di 91 anni e non godendo di buona salute, vive con me ed ha bisogno di continua assistenza. Poiché il posto non era presenziato, non mi è stato possibile chiedere l’autorizzazione all’accesso. Percorso un centinaio di metri sopraggiungeva, in direzione opposta, un’auto della polizia municipale che, con avanzamento sicuro e preciso, puntava la mia macchina e, senza esporre alcun segnale di arresto, mi costringeva a fermarmi. Alla guida di detta auto era un vigile di sesso femminile ed al posto vicino mi sembrava di riconoscere la Comandante dei vigili. Le stesse, senza sentire ragioni, mi invitavano a fare retromarcia e a percorrere via Gran Sasso ed altre vie che mi avrebbero portato lontano dalla mia abitazione. Non esponevo loro  le mie ragioni, bensì le mie urgenti ed improrogabili necessità a tornare a casa.

     E’ dal lontano 1968 che sono abilitato alla guida di un auto, conosco molto bene il codice della strada e mi aggiorno costantemente; però il semplice fatto che un vigile, o un suo superiore, anziché procedere alla contestazione ed emettere verbale di contravvenzione (anche a quelli che mi precedevano), mi venga a ricordare che sarei stato passibile di  multa per aver violato un inutile segnale di divieto, trascurando totalmente il motivo per cui è stata commessa l’infrazione, mi offende e mi fa pensare e ricredere molto sul servizio offerto al cittadino.

     Io sono residente in quella zona di divieto, ho un permesso per circolare nelle zone di traffico limitato, ho diversi immobili per i quali pago ogni anno regolarmente l’ICI e la TARSU (con i quali contribuisco al pagamento delle spese comunali e degli stipendi dei dipendenti) e sono cosciente del fatto che, in occasioni come quelle offerte dal Venerdì Santo, ci si attiene a quanto imposto dalle norme, ma ci si comporta anche secondo quanto il buon senso suggerisce.

     Poiché  la soluzione offerta dalle due signore anzidette non avrebbe risolto il mio problema, al loro insistente invito, il mio primo istinto è stato quello dover richiedere l’intervento dei carabinieri o, addirittura, proseguire  senza dar retta  alle loro parole, ma successivamente, per il quieto vivere e tenendo presente la particolare ricorrenza pasquale, preferivo invertire la marcia e trovare la soluzione in un altro posto con agenti più predisposti verso il cittadino.

     La soluzione mi veniva offerta, nella zona del Terminal, da un agente che, sentite le mie richieste e dopo comunicazione radio con l’eventuale coordinatore del traffico, mi dava l’OK al transito in zona vietata. Detti fatti, che si verificavano qualche ora prima del passaggio della Processione dinnanzi la mia abitazione, mi costringevano a superare cinque posti di blocco anziché uno e mi facevano percorrere (sempre in zona vietata) tre chilometri anziché 200 metri iniziali. Avrei pagato volentieri la multa forzando il posto di blocco.

Vorrei ricordare che viviamo in una società dove i cittadini hanno bisogno di assistenza e non amano la repressione, ma la gentilezza e cortesia soprattutto da detti agenti. I tutori dell’ordine devono educare i cittadini al rispetto delle norme e non devono essere, come spesso succede, i primi ad infrangerle sparando autorità in tutte le direzioni.

     Nello stesso giorno e nelle stesse ore in cui si verificavano  i fatti sopra esposti, ho scattato una foto che allego alla presente.  Poiché sono convinto che darle un’occhiata non fa male alla salute, vi invito a guardarla con la speranza che possa essere materia di riflessione e discussione.

 

 

 

 

  Ahhh! dimenticavo....   Mentre andavo recitavo, per le due tutrici dell'ordine che non volevano capire,  alcune preghiere che tutti conosciamo.

 

 

 

 Distinti saluti da un cittadino onesto che ha perso, da tempo, fiducia nelle istituzioni di questa meravigliosa città.

 

Franco Adorna

 

I miei recapiti: via G. Ravizza 15  66100 Chieti        e-mail franco.adorna@poste.it

 

 

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